Obito Uchiha

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«Allora chiamatemi pure col mio precedente nome, Tobi. Ora che la guerra è iniziata il mio nome non ha più importanza. Madara, Tobi... Chiamatemi come vi pare. [...] Questo mondo che riserva solo disperazione non merita di esistere.»

Obito Uchiha
File:Obito senza maschera.png
Obito senza maschera
UniversoNaruto
Nome orig.オビト うちは (Obito Uchiha)
Lingua orig.Giapponese
1ª app.
  • Manga: Capitolo 16 (comparsa nella copertina di capitolo); Capitolo 239
  • Anime: Episodio Shippūden 32
Voci orig.
Voci italiane
Caratteristiche immaginarie
Alter egoTobi
SessoMaschio
Data di nascita10 febbraio

, noto anche come Tobi (トビ?, Tobi), è un personaggio immaginario della serie anime e manga Naruto, scritto e disegnato dal mangaka Masashi Kishimoto.
Il personaggio fa la sua prima apparizione nella copertina del sedicesimo capitolo del manga dove viene inquadrato in una foto del gruppo del quale faceva parte durante la sua adolescenza.[3] Viene definitivamente inserito nella serie tra la prima e la seconda parte, in un racconto chiamato La storia di Kakashi - La sua gioventù sul campo di battaglia. In seguito, durante la seconda serie, diviene (sino all'arrivo del suo "maestro" Madara Uchiha) il principale antagonista della storia.[4]

Il personaggio

Personalità

Il ventaglio (団扇?, uchiwa), simbolo del clan Uchiha.

«È vero che nel mondo dei ninja chi non rispetta le regole e le leggi viene considerato feccia, però chi non tiene da conto i propri compagni è feccia della peggior specie. Se comunque resto feccia scelgo di non rispettare le regole! Se questo significa non essere un ninja ideale sarò io che cambierò le regole dei ninja!»

Durante la sua adolescenza Obito è presentato come un ragazzo vivace, impacciato e ritardatario; appartiene al prestigioso clan Uchiha del quale è molto orgoglioso, seppure rappresenti un compito gravoso da portare sulle spalle per un ninja senza uno spiccato talento, come invece è solito ai suoi membri. Contrariamente al ferreo rispetto per le regole del suo compagno e rivale Kakashi Hatake dal quale viene spesso ripreso, Obito pone i propri compagni davanti alle rigide regole ninja e al successo stesso della missione, riuscendo a ribaltare i radicati ideali ninja del rivale. Era innamorato della compagna di squadra Rin, della quale cercava l'attenzione, sebbene lei fosse attratta da Kakashi.

In seguito alla sua presunta morte, viene tratto in salvo da un anziano Madara Uchiha e non riuscendo a ritornare al villaggio a causa delle sue ferite, tenta di riprendersi allo scopo di poterli reincontrare. Venuto a sapere che Rin e Kakashi si trovano in pericolo tenta il loro salvataggio andando in loro aiuto. Tuttavia la giovane ninja muore per mano di Kakashi capovolgendo radicalmente l'animo Obito, il quale conclude che il mondo reale è mero portatore di odio e disperazione, aderendo al progetto espostogli da Madara Uchiha, leggendario ninja del suo clan, attraverso il quale soggiogare l'umanità mediante la Tsukuyomi Infinita, deportandola in un'illusione distopica, specchio della realtà in cui nessuno potrà più patire alcuna sofferenza.
In seguito all'incontro con Madara, la personalità di Obito cambia radicalmente, diventando estremamente serioso. Arrogante quando si tratta delle sue abilità, disprezza chi crede debole e loda coloro che riescono a tenerli testa, come dimostrato durante il combattimento con Minato; addirittura rinuncia al suo sogno di diventare Hokage e ridicolizza Naruto per la stessa aspirazione. Questa arroganza si rivolge anche su Kakashi, ex amico e compagno di squadra, accusandolo di parlare a vanvera. Anche in seguito alla morte di Rin per mano di Kakashi, Obito non gliene dà la colpa, accusando invece la "realtà in cui vivono".

Da questo momento in poi si presenta con due diversi nomi in modo tale che, durante la seconda parte del manga, la sua vera identità resti nell'ignoto per quasi trenta volumi: Tobi, con la quale si unisce all'Organizzazione Alba e Madara Uchiha, nome utilizzato per attirare l'attenzione verso i propri avversari ed essere preso seriamente.

All'inizio della serie Shippuden nelle sue prime apparizioni come Tobi è uno dei personaggi che rappresentano la parte comica del manga in quanto, si presenta essere piuttosto buffo, imbranato, goffo e disinteressato agli stili di combattimento altrui, cosa che infastidisce molto il suo compagno Deidara.[6] La sua comicità, tuttavia, è molto apprezzata da alcuni membri dell'organizzazione, che si rammaricano in seguito alla sua presunta morte a causa di Deidara.[7]
In seguito alla sua apparente scomparsa, assume un ruolo serio e astuto, diventando il principale antagonista del manga, manifestandosi come il vero leader dell'Organizzazione Alba e riassumendo la personalità fredda e misantropistica alla quale era giunto a causa della morte di Rin.

Aspetto

Il coprifronte con il simbolo di Konoha.

Dalla carnagione chiara, la capigliatura nera così come per gli occhi, i quali diventano rossi a causa dell'attivazione dello sharingan, porta degli occhiali dalla visiera arancione e fatti in modo tale da essere isolati dall'esterno, coprenti anche le orecchie. In gioventù indossa un abito blu scuro con rifiniture arancioni il cui retro è adornato dal tipico simbolo del clan Uchiha; porta il coprifonte del Villaggio della Foglia in quanto suo ninja e legate ai polsi ha delle placche metalliche di protezione, similmente al compagno Kakashi.

Dopo la presunta morte, veste l'usuale tunica decorata con nuvole rosse dell'Organizzazione Alba e si lascia crescere i capelli per poi tagliarli in seguito. Durante questo periodo nasconde la propria identità grazie a diverse maschere: le prime due possiedono un solo foro in corrispendenza dell'occhio destro, poiché l'altro fu da lui donato dopo una grave ferita, mentre la terza, utilizzata durante la quarta grande guerra ninja, ne possiede tre per il fatto che nella cavità oculare sinistra si è trapiantato il Rinnegan, il cui motivo ricorda una fusione tra lo Sharingan e il Rinnegan.

Storia

Antefatti

Obito è un ninja del clan Uchiha del Villaggio della Foglia. In gioventù fa parte di una squadra di tre genin, tra i quali lui stesso, Kakashi Hatake e Rin Nohara, capitanata dal jonin Minato Namikaze, futuro Quarto Hokage. Partecipa all'esame di selezione dei chunin di Konoha, durante il quale nella seconda sessione deve affrontare insieme ai suoi compagni di squadra il gruppo formato da Gai Maito, Ebisu e Genma Shiranui. Tenta di affrontare Gai in combattimento ma viene velocemente messo fuori combattimento a causa di un incidente. Superata la seconda prova dovrà combattere lo stesso avversario subendo, tuttavia, la stessa fine. Al torneo solo Kakashi riceve la promozione e viene nominato chunin, mentre Obito la consegue successivamente e contemporaneamente il suo compagno viene promosso al rango di jonin. Nel frattempo scoppia la terza grande guerra ninja.

Terza grande guerra ninja

Durante la terza grande guerra ninja, insieme a Kakashi, Rin e Minato, Obito viene spedito a svolgere una missione segreta ai confini del Villaggio dell'Erba, con l'obiettivo di intrufolarsi alle spalle del nemico e di distruggere il ponte Kannabi, da dove i ninja nemici ricevono rifornimenti. Dopo la partenza, il team viene attaccato da un ninja della Roccia e, in questo frangente, Obito si dimostra inutile agli occhi del rivale, che mostra il Mille Falchi, appena sviluppato ma incompleto, contro il nemico. La notte stessa, Minato racconta ad Obito che il padre di Kakashi aveva fallito una missione preferendo salvare i suoi compagni e che, per disonore, si era tolto la vita: questo è il motivo per cui Kakashi era ossessionato dal rispetto delle regole.
Il giorno seguente, una volta separatosi dal maestro, Obito, insieme a Kakashi e Rin, viene attaccato da due ninja del Villaggio della Roccia e nello scontro Rin viene rapita. Obito intende andare subito a salvarla, ma Kakashi gli risponde di concentrarsi sulla missione, di vitale importanza ai fini della guerra. Nonostante l'opposizione del compagno, Obito si reca a salvare Rin. Kakashi decide di aiutarlo, ma nello scontro con i nemici perde l'occhio sinistro; durante il salvataggio di Rin, Obito riesce a dimostrare le proprie capacità al rivale, attivando per la prima volta lo Sharingan, uccidendo un nemico e riuscendo a recuperare Rin. Tuttavia uno dei ninja rimasti cerca di uccidere i ninja della Foglia, facendo franare la volta di una grotta. Kakashi non si accorge di un masso che è in procinto di franargli addosso: interviene quindi Obito, che riesce a spingerlo via in tempo prima che la grotta frani completamente, salvandogli la vita. Tuttavia, la parte destra del corpo dell'Uchiha rimane schiacciata sotto le rocce: sapendo di essere in fin di vita, Obito decide di donare a Kakashi, come regalo per la sua promozione a jonin, il suo occhio sinistro contenente lo Sharingan, facendolo trapiantare da Rin.

L'incontro con Madara

Il Gunbai (軍配?) arma di Madara Uchiha utilizzata da Obito durante la quarta grande guerra.

Con la frana causata dal ninja della Roccia, il corpo immobilizzato di Obito viene sepolto dalle pietre, causando però un'apertura nel terreno a lui sottostante che lo farà miracolosamente finire in uno dei corridoi dei quali è composto il nascondiglio sotterraneo di Madara Uchiha, centenario ninja creduto morto dal suo clan. Obito viene curato dallo stesso Madara, il quale ricostruirà la metà distrutta del suo corpo tramite le cellule del Primo Hokage coltivate tramite il chakra della Statua Diabolica (le stesse usate per la creazione degli Zetsu bianchi): in questo modo Obito ottiene, oltre ai suoi geni naturali del clan Uchiha, anche quelli dei Senju. Una volta ripresosi, Obito ha assoluta intenzione di ricongiungersi a Kakashi e Rin, ma a causa della riabilitazione del suo corpo rigenerato deve sostare nella caverna di Madara per un certo periodo di riposo, durante il quale gli viene esposto da Madara il "progetto dell'occhio lunare". Intanto Obito stringe amicizia con gli Zetsu bianchi, in particolare con uno Zetsu dal volto a spirale.

Dopo diversi mesi, Obito viene a sapere che Kakashi e Rin sono caduti in una trappola dei ninja della Nebbia; non essendo ancora totalmente ristabilito, Obito usa il corpo dello Zetsu a spirale come armatura e raggiungerà il campo di battaglia dove la vista dell'assassinio di Rin per mano di Kakashi causa in lui un violento cambio di personalità.
Lo shock fa sì che Obito risvegli lo Sharingan Ipnotico (sia il suo che quello di Kakashi) e, preso da un raptus omicida, fa terra bruciata dei ninja della Nebbia per poi stringere tra le braccia il corpo senza vita di Rin, ignorando totalmente lo svenuto Kakashi.
Tornato al rifugio convinto che il mondo riservi solo disperazione, Obito accetta il progetto di Madara, finalizzato a creare un mondo illusorio dove non esistono sofferenze e Rin sia ancora viva.

Attacco al Villaggio della Foglia e nascita dell'Organizzazione Alba

Obito è il responsabile dell'attacco al Villaggio della Foglia il giorno della nascita di Naruto: approfittando del parto di Kushina Uzumaki, l'Uchiha, una volta liberato il demone, ne prende il controllo inviandolo a distruggere il villaggio,[8] ma, dopo aver combattuto contro l'ex maestro Minato Namikaze, ora Quarto Hokage, viene costretto alla ritirata.[9] Lo stesso Minato, in seguito, sigilla il demone nel corpo del figlio Naruto, in modo da donargli i poteri della Volpe con i quali poter sconfiggere Obito in un futuro non troppo lontano.[10][11]

In seguito partecipa allo sterminio del clan Uchiha, aiutando Itachi nella sua missione[12] e, nel periodo in cui il villaggio della Nebbia era chiamato "la Nebbia Insanguinata", prende il controllo del Quarto Mizukage, Yagura, attraverso una tecnica illusoria[13]. In questo periodo arruola personalmente Kisame Hoshigaki tra i suoi subordinati e si mette in contatto con Nagato, nel Villaggio della Pioggia, per spingerlo a creare l'organizzazione Alba.[14]

Seconda parte del manga

Dopo la morte di Sasori, Obito entra ufficialmente nell'organizzazione, assumendo l'identità di Tobi, come nuovo compagno di Deidara, con il quale cattura senza troppa fatica il demone a tre code.[15] Successivamente i due affrontano Sasuke Uchiha: al termine dello scontro, tuttavia, Deidara si suiciderà tramite il C0.
In seguito rivela, mentendo, di essere il leggendario Madara Uchiha, e di voler dare inizio alla Quarta grande guerra ninja ed ordina a Nagato di catturare Naruto, forza portante della Volpe.[16] Poco dopo affronta i ninja della Foglia in modo da non farli interferire nello scontro tra Sasuke e Itachi. In questa occasione Shino Aburame tenta di attaccarlo con i suoi insetti, ma fallisce a causa della abilità del nemico, apparentemente capace di smaterializzarsi e teletrasportarsi.[17]

In seguito, avvertito da Zetsu che lo scontro tra Itachi e Sasuke era terminato, cambia completamente personalità, diventando freddo e serio, ed è allora che Kakashi intravede il suo Sharingan.
Subito dopo, mediante il Kamui, si teletrasporta in un covo di Alba, dove porta anche i corpi dei fratelli Uchiha. Racconta quindi a Sasuke la verità dietro lo sterminio del suo clan: il massacro fu commissionato a Itachi da Danzo, dai consiglieri Homura Mitokado e Koharu Utatane e da Hiruzen Sarutobi, nonostante quest'ultimo avesse sperato in una risoluzione pacifica, per annullare la minaccia rappresentata dal clan Uchiha, che pianificava un colpo di stato contro la Foglia. Obito rivela che Itachi accettò di farsi carico della missione e di vivere nell'ignominia per salvare il Villaggio e l'onore del clan, chiedendo però al Terzo Hokage di proteggere il fratellino e di nascondergli la verità; Obito, inoltre, confessa di essere stato complice di Itachi quella notte. Dopo questa rivelazione, Sasuke decide di unirsi a lui, colmo di ira e vendetta, per distruggere il Villaggio della Foglia e vendicare il fratello.[18]

Quarta grande guerra ninja

Dopo la sconfitta di Pain, Tobi si dirige al summit dei Kage avendo però prima un dialogo con Naruto, Kakashi e Yamato, ai quali racconta la verità su Itachi, per poi introdursi alla riunione. Qui salva Sasuke e chiede ai kage che gli vengano consegnate le due forze portanti rimanenti. È in questa occasione che Tobi illustra le ragioni dietro le sue azioni: l'attuazione del "progetto dell'occhio lunare" (月の眼計画?, Tsuki no me keikaku), con cui intende portare la pace nel mondo dei ninja. Al rifiuto dei kage di collaborare, proclama l'inizio della quarta guerra ninja.[19] Successivamente interferisce nel ritorno di Danzo al Villaggio della Foglia e cattura le guardie del corpo di quest'ultimo, Fuu e Torune, lasciando poi campo libero a Sasuke, che affronterà e ucciderà Danzo.[20] In seguito stringe un'alleanza con Kabuto Yakushi, soprattutto dopo che questi gli mostra la Tecnica della resurrezione impura[21]. Successivamente, dopo un duro scontro con Konan, recupera il Rinnegan dal cadavere di Nagato[22] e, rivelando di essere stato lui a donare quegli occhi al ninja della Pioggia, si trapianta il Rinnegan nell'occhio sinistro.[23]
Una volta cominciata la guerra[24] mette Kabuto alle strette affinché gli riveli i segreti della Tecnica di Resurrezione[25] ed entra in possesso dei cinque tesori dell'Eremita delle Sei Vie della Trasmigrazione.[26] Grazie al Rinnegan controlla le precedenti forze portanti catturate, uccise dall'Organizzazione Alba e resuscitate da Kabuto, le quali posseggono, come Obito, lo Sharingan e il Rinnegan[27] e con queste si prepara a catturare le ultime due forze portanti: Naruto e Killer Bee.[28]

Durante lo scontro giungono in soccorso delle due forze portanti Kakashi Hatake e Gai Maito. Dopo che i cercoteri da lui controllati vengono liberati dal suo controllo da Naruto, egli scende personalmente in campo. Nel frattempo Obito fa assorbire il chakra della Volpe a Nove Code, contenuto nei corpi di Kinkaku e Ginkaku, alla Statua Diabolica (外道魔像?, Gedo Mazo), iniziando a risvegliare il Decacoda. Kakashi analizza le sue tecniche, intuendone i segreti, così da combinare gli attacchi dalle due differenti dimensioni sfruttate da Obito e riuscire a far distruggere la sua maschera da Naruto e scoprire finalmente la sua vera identità, rimasta nell'ombra fino ad allora. Contemporaneamente Madara Uchiha, resuscitato dalla tecnica di resurrezione, liberatosi dal controllo di Kabuto e avendo ridotto in fin di vita i cinque kage suoi avversari, viene a dare supporto al compagno Obito e il Decacoda viene risvegliato. L'alleanza ninja giungerà sul campo di battaglia a dar manforte a Kakashi, Gai, Naruto e Bee; la lotta si farà sempre più disperata e Kakashi utilizzerà il Kamui sul dieci code per sconfiggerlo e farlo sparire una volta per tutte. Obito lo intercetterà e, resosi conto della pericolosità del ninja-copia, ingaggerà uno scontro con lui all'interno dell'altra dimensione per poterlo isolare dal campo di battaglia e allontanarlo dal mostro. Obito verrà sconfitto dall'ex compagno di squadra e, ormai in fin di vita, decide di teletrasportarsi fuori dalla dimensione e scappare prima che Kakashi gli dia il colpo di grazia. Madara, a questo punto, rivela che dentro Obito c'è una parte nera, identica a quella dello Zetsu nero, che racchiude la sua volontà: grazie ad essa Madara forza il corpo di Obito a eseguire i sigilli per il Rinne Tensei, in modo che Obito sacrifichi la sua vita per far tornare in vita Madara con un corpo in carne e ossa, con cui possa diventare la forza portante del dieci code. Inaspettatamente Obito riesce a ribaltare all'ultimo momento la situazione divenendo egli stesso la forza portante del Decacoda e riuscendo a emulare l'Eremita delle Sei Vie.

Capacità ninja

Lo Sharingan ipnotico di Obito Uchiha.
Il Rinnegan.

Essendo un membro del clan Uchiha, Obito ha una predisposizione naturale per il chakra di tipo fuoco, e usava frequentemente in battaglia la tecnica base insegnata ai membri del clan: la palla di fuoco suprema. Dopo essere entrato nella squadra di Minato, inizia tra Obito e Kakashi una rivalità dalla quale nascerà anche la loro amicizia. Grazie alla rabbia dovuta alla sua impotenza nell'aiutare Kakashi, Obito attiva per la prima volta lo Sharingan con due tomoe per occhio. Il sinistro lo regala a Kakashi poco dopo essere stato travolto da una frana che fa in modo che sia dato per morto.

Dopo la sua apperente morte, per continuare a vivere necessita di una particolare sostanza bianca derivata dal chakra della Statua Diabolica (外道魔像?, Gedo Mazo), che percorre la parte destra del suo corpo, la quale gli permette un "ricambio" degli arti persi e l'immortalità in termini di tempo.
Quando si trova in contatto diretto con uno Zetsu bianco o con il Demone Decacoda (十尾の尾獣?, Jūbi no bijū) diviene in grado di utilizzare l'Arte del Legno mediante il suo corpo oppure con quello del cercoterio.

Per via della morte di Rin, subisce un violento shock emotivo che causa l'evoluzione del proprio potere oculare allo stadio successivo di Sharingan Ipnotico, che fa evolvere contemporaneamente anche l'occhio donato all'ex compagno Kakashi, sebbene questi diviene in grado di utilizzarlo in un periodo molto successivo. Il potere che diviene esclusivo del proprio Sharingan è un'arte magica spazio-temporale chiamata Kamui (神威? letteralmente "Potere degli Dei"), che gli permette di trasportare se stesso o altre persone da in un'altra dimensione[29] e di rendersi intangibile ai corpi attraversando apparentemente la materia[20] smaterializzandosi e rimaterializzandosi a suo piacimento.[30] In realtà il primo effetto di Kamui implica il secondo, per il fatto che, trasportando in un'altra dimensione la parte del suo corpo che viene interessata dal colpo nemico o, più generalmente, della materia che pare oltrepassare, il suo corpo sembra essere, invece, attraversato da esso, dando l'impressione di essere intangibile.[31]
Durante lo scontro con Konan dimostra di essere in grado di utilizzare Izanagi, una arte illusoria dello Sharigan che viene utilizzata su se stessi, in grado per poco più di un minuto di cambiare il proprio sfavorevole destino in una situazione favorevole, come, ad esempio, di schivare una freccia mortale o di evitare di essere investiti da un'esplosione; tuttavia, al termine della tecnica, come sacrificio per la stessa l'occhio dell'utilizzatore si chiude e perde la vista.

In occasione della quarta grande guerra ninja si trapianta nell'occhio sinistro il Rinnegan prelevato da Nagato, il quale gli offre la capacità di controllare una sua versione delle Sei Vie della Trasmigrazione di Pain con cui avere sotto controllo sei forze portanti riportate in vita dalla Tecnica di Resurrezione (dotate anch'esse di Sharingan e Rinnegan) e i rispettivi cercoteri: dal Demone Bicoda, Matatabi, al Demone Eptacoda, Chomei. Questi possono utilizzare tutte le tecniche possedute in vita e inoltre trasformarsi nei cercoteri in loro sigillati passando dalla prima alla seconda versione (forma "in miniatura" del demone) per arrivare infine ad assumere le loro sembianze. Tuttavia, visto l'eccessivo sforzo utilizzato per tenere a bada i cercoteri, non è capace di sfruttare anche i poteri tipici del Rinnegan e delle Sei Vie.

Tecniche

Abilità innate
Arti magiche
Tecniche di sigillo
Arti illusorie

Note

  1. ^ Kishimoto, Masashi, Capitolo 564, in Naruto, Volume 59, Panini Comics, 2012.
  2. ^ AntonioGenna.net presenta: IL MONDO DEI DOPPIATORI - ZONA ANIMAZIONE: "Naruto: Shippuden"
  3. ^ Kishimoto, Masashi, Capitolo 16, in Naruto, Volume 2, Panini Comics, 2003.
  4. ^ Kishimoto, Masashi, Capitolo 239, in Naruto, Volume 27, Panini Comics, 2006.
  5. ^ Kishimoto, Masashi, Capitolo 241, in Naruto, Volume 27, Panini Comics, 2006.
  6. ^ Kishimoto, Masashi, Capitolo 362, in Naruto, Volume 40, Viz Media, 2009.
  7. ^ Kishimoto, Masashi, Capitolo 363, in Naruto, Volume 40, Shueisha, 2007.
  8. ^ Masashi Kishimoto, Capitolo 501, in Naruto, Volume 53, Viz Media, 2010, ISBN 978-4-08-870126-4.
  9. ^ Masashi Kishimoto, Capitolo 503, in Naruto, Volume 53, Viz Media, 2010, ISBN 978-4-08-870126-4.
  10. ^ Masashi Kishimoto, Capitolo 504, in Naruto, Volume 53, Viz Media, 2010, ISBN 978-4-08-870126-4.
  11. ^ Masashi Kishimoto, Capitolo 440, in Naruto, Volume 47, Viz Media, 2009, ISBN 978-4-08-874711-8.
  12. ^ Kishimoto, Masashi, Capitolo 401, in Naruto, Volume 43, Shueisha, 2008, ISBN 978-4-08-874552-7.
  13. ^ Kishimoto, Masashi, Capitolo 404, in Naruto, Volume 44, Shueisha, 2008, ISBN 978-4-08-874589-3.
  14. ^ Masashi Kishimoto, Capitolo 507, in Naruto, Volume 53, Viz Media, 2010, ISBN 978-4-08-870084-7.
  15. ^ Kishimoto, Masashi, Capitolo 318, in Naruto, Volume 35, Shueisha, 2006, ISBN 978-4-08-874273-1.
  16. ^ Masashi Kishimoto, Capitolo 364, in Naruto, Volume 40, Shueisha, 2008.
  17. ^ Masashi Kishimoto, Capitolo 395, in Naruto, Volume 43, Shueisha, 2008, ISBN 978-4-08-874552-7.
  18. ^ Masashi Kishimoto, Capitolo 401, in Naruto, Volume 43, Viz Media, 2009, ISBN 978-1-4215-2929-5.
  19. ^ Kishimoto, Masashi, Capitolo 467, in Naruto, Volume 50, Shueisha, 2010.
  20. ^ a b Kishimoto, Masashi, Capitolo 475, in Naruto, Volume 51, Shueisha, 2010.
  21. ^ Kishimoto, Masashi, Capitolo 490, in Naruto, Volume 52, Shueisha, 2010.
  22. ^ Kishimoto, Masashi, Capitolo 510, in Naruto, Volume 54, Shueisha, 2010.
  23. ^ Kishimoto, Masashi, Capitolo 514, in Naruto, Volume 54, Shueisha, 2010.
  24. ^ Kishimoto, Masashi, Capitolo 515, in Naruto, Volume 55, Shueisha, 2011.
  25. ^ Kishimoto, Masashi, Capitolo 520, in Naruto, Volume 55, Shueisha, 2011.
  26. ^ Kishimoto, Masashi, Capitolo 537, in Naruto, Volume 57, Shueisha, 2011.
  27. ^ Kishimoto, Masashi, Capitolo 557, in Naruto, Volume 59, Shueisha, 2011.
  28. ^ Kishimoto, Masashi, Capitolo 564, in Naruto, Volume 59, Shueisha, 2011.
  29. ^ Kishimoto, Masashi, Capitolo 395, in Naruto, Volume 43, Shueisha, 2008.
  30. ^ Kishimoto, Masashi, Capitolo 394, in Naruto, Volume 43, Shueisha, 2008.
  31. ^ Kishimoto, Masashi, Capitolo 597, in Naruto, 2012.

Bibliografia

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Il portale Naruto non esiste